top of page

MOSTRA

 < MaXXi di Roma | Via G. Reni, 4A Roma >

17 APRILE 2019 - APRILE 2020

AT HOME / A CASA

Progetti per l’abitare contemporaneo

A cura di Margherita Guccione e Pippo Ciorra

CA ROMANINO.jpg
AT HOME / A CASA

PROGETTI PER L’ABITARE CONTEMPORANEO


A cura di Margherita Guccione e Pippo Ciorra

Tema centrale del nuovo allestimento delle collezioni di architettura è l'evoluzione del concetto di abitare dal dopoguerra ad oggi, analizzato attraverso le opere dei grandi maestri del Novecento e delle nuove figure emergenti nel panorama architettonico internazionale. L'allestimento della mostra si basa sull'intersezione di più percorsi: da una parte segue la dimensione scalare e sociale dell’abitare, dall'individuale al collettivo, con particolare attenzione alle esperienze più articolate e ibride che testimoniano i nuovi rapporti tra individuo e comunità. A partire dalle abitazioni unifamiliari, in cui si raggiunge il maggior grado di sperimentazione, il percorso si snoda attraverso una ricognizione della dimensione intermedia dell’abitare collettivo, con un affondo sui materiali dell’archivio di Monaco Luccichenti e Gra. Sono presenti progetti che ragionano tanto sulle forme che sui materiali dell’architettura, in stretto rapporto con l’ambiente naturale o con le richieste di identità espresse dai rispettivi committenti, fino ad alcuni degli esempi più interessanti di qualità diffusa espressi nelle palazzine romane. Un settore urbano più ampio, costituito dal quartiere, è indagato attraverso la fortunata esperienza dell’INA Casa nella ricostruzione del Paese e nel processo di inurbamento degli anni ‘50 e ‘60. Il percorso termina nell’esperienza del mega-laboratorio urbano e sociale rappresentato dal Corviale di Fiorentino, ripensato alla luce dei nuovi progetti per la sua rigenerazione. L'allestimento offre quindi l'occasione di un ragionamento sul confine tra l'esperienza individuale dell'abitare e il suo innesto nella dimensione comunitaria.

Una ulteriore chiave di lettura è offerta dalla scelta di mettere in dialogo l’opera di un maestro dell’architettura con un architetto della nuova generazione: progetti lontani nel tempo e nello spazio ma assonanti e affini per metodo applicato, per contesto in cui sono collocati o per la ricerca formale che li associa, sono messi in diretta relazione visiva per offrire una ulteriore suggestione, in un ardito “gioco delle coppie”.  Il rifugio sulle Dolomiti dei giovani DEMOGO, messo in relazione con la Casa Malaparte di Adalberto Libera sullo scoglio impervio di Capri, può innescare una riflessione sulla potenza dell’elemento naturale nel condizionare le scelte di un progetto. Le case-manifesto costruite per sé stessi da due grandi architetti visionari come Luigi Pellegrin e Giuseppe Perugini, nella loro diversità di risultato possono raccontare le utopie e le immaginazioni di una particolare generazione di architetti italiani nel cui DNA vi era una dose di spericolata innovazione. La cura quasi ossessiva di Carlo Scarpa nella scelta dei materiali e nella loro sapiente incastonatura può essere ritrovata nelle architetture ossessivamente curate nel dettaglio materico e spaziale delle case di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. L’attenzione alla dimensione collettiva di una comunità di studenti espressa da Giancarlo De Carlo a Urbino può infine dialogare con un’edificio costruito da David Adjaye per una comunità di abitanti di Harlem a New York, caratterizzato da una ricca offerta di spazi comuni a disposizione degli abitanti.  

Il progetto di allestimento punta inoltre a raccontare l’architettura anche attraverso una esperienza fisica e immersiva del visitatore: una serie di grandi installazioni in scala reale e padiglioni realizzati site specific da architetti italiani e internazionali, come Rintala Eggertsson e Pezo Von Ellrichshausen si susseguono nel percorso di mostra: fotografie d’autore, come quelle di Gabriele Basilico e Iwan Baan, video, modelli, disegni originali, interviste, libri, film d’autore costituiscono un puzzle polifonico che assegna ad ogni progetto il suo linguaggio espositivo ideale.   

Il nuovo allestimento presenta infine una serie di nuove produzioni e acquisizioni effettuate in questa occasione, volte a incrementare le collezioni di architettura del museo.

bottom of page